il cuore del Trattore

Oggi pomeriggio sono arrivata al Centro con Trattore. La giornata è calda e piacevole, i campi sono profumati, i motociclisti sono api cariche di polline e miele, ronzano e agitano le ali per salutarsi. Un paio di settimane fà Trattore mi aveva lasciata a piedi, così d’improvviso, una sera qualsiasi prima di un w.e. piovoso… come se si offesa per qualcosa, o semplicemente si fosse rotta di tutta quella pioggia scesa. Ho esplorato la batteria e quel minimo che posso sapere, poi sono andata a bere una birra nell’enoteca di fronte e ho chiamato il carro attrezzi.

Poco male. Con un investimento minimo Trattore è tornata a ruggire in tutto il suo splendido stile retrò (cioè fuori moda…).Siamo uguali io e lei: è mora e sono certa porterebbe le All e i jeans se potesse.

Ora và che è una meraviglia, o forse è solo che era tanto che non mi sentivo così libera nell’usarla e oggi i pensieri sembrano più quieti e tacciono dentro un sacchettino che devo aver lasciato sul comodino questa mattina.

Anni fa, quando avevo la mia prima moto, ricordo che quando mi sentivo triste o sola, quando qualcuno mi spezzava il cuore o il mondo era troppo grande per i miei infiniti 12 anni, scendevo in garage, scoprivo la moto e mi sedevo in sella stendendomi poi lunga lunga sul serbatoio, con le braccia a penzoloni e il viso appoggiato al metallo sempre lucido. E stavo lì, come se lei mi avesse presa in braccio e mi cullasse, come se il suo silenzio non fosse che puro ascolto.

Ascolto di tutto quello che avevo dentro, delle rivoluzioni, delle paure, degli amori, dei sogni che ancora non sapevo avrei sognato.

Per andare a prendere Trattore stamani sono uscita una mezz’ora prima dallo studio, ho portato la macchina a casa e preso il casco e i guanti mi sono messa in cammino destinazione meccanico. Ci sono circa 5 km a piedi per arrivare. Era mezzogiorno e faceva caldo, e io mi sentivo come una bambina, come una randagia, come un pellegrino…. Le auto passavano veloci sulla statale e io marciavo in senso opposto  guardando i campi e le case che diventavano sempre più rade. Quando ho intravisto nel sole il benzinaio ho velocizzato il passo. Trattore stava uscendo nelle mani del signor DG che se la rideva perché avevo telefonato che mi aspettassero prima di chiudere per la pausa. Io e il signor DG andiamo d’accordo. Lui dice che gli ho lasciato un puledrone per un mulo parlando del mio cambio moto, ma ride e io pure e io gli dico che il tempo cambierà e allora cambierò la moto, anche se nel cuore penso non accadrà perché Trattore è una moto onesta e con me affronta la crisi e le piogge e quindi se il vento cambierà semplicemente lei avrà tutto il restailing che merita senza cambiare il suo cuore forte.

A me non interessa aveva una moto “spinta”, non mi interessa avere un mezzo pieno di potenzialità che nemmeno saprei sfruttare e che nemmeno sarebbe il caso di sfruttare. A me piace salire sui monti, fare i tornanti e vedere come le strade e le macchine diventano piccole, mi piace sentire che l’aria cambia che mi arrampico una curva dopo l’altra, mi piace andare per campi, passeggiare e trottare in mezzo al fango, e se trovo dove sostare, mi piace stendermi per dormire se sono stanca o farmi la sigaretta seduta sul suo serbatoio senza la menata di segnarlo….,  non mi interessa che tutti la guardino parcheggiata sul lungo lago, mi interessa invece RICONOSCERLA sempre perché diversa da tutte quelle lucide bestie da corsa. Non mi interessa avere in mano un “status simbol” se non quello della mia libertà. E Trattore, con il suo vecchio freno fuori tempo e le sue scarpe che hanno forse la stessa gomma delle mie All, è perfetta così.

E poi è una passione che mi sta accanto da così tanto tempo e così tanti km…..siamo randagie e pellegrine, siamo retrò e fuori moda, siamo due signore che amano guardare il tramonto da qualche montagnola sapendo che siamo lì l’una per l’altra: siamo una coppia assolutamente perfetta.

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